"C'è ancora domani": la partecipazione civile è ROCK!

Rappresentanti_StudentiGiovedì 7 dicembre tutte le classi dalla seconda alle quinta, dell’I.I.S Primo Levi di Badia Polesine si sono recate al cinema Politeama di Badia Polesine, per asssistere alla proiezione del film "C'è ancora domani”, grazie all'iniziativa proposta dai rappresentanti d'istituto in carica Sebastiano Ranzi, Martina Canesella, Aurora Grandesso e Ilaria Zorzan, che, quando tutti avevano già preso posto, hanno presentato brevemente l'iniziativa e ringraziato i professori ed il Dirigente per averli sostenuti nella sua realizzazione e hanno invitato i compagni e le compagne a riflettere sui temi, allo stesso tempo attualissimi e toccanti, della pellicola Quando si sono spente le luci è calato un silenzio generale e gli studenti e le studentesse hanno compiuto un tuffo indietro negli anni, guidati da uno schermo che si è tinto in bianco e nero. A fare da cornice al film c'era una Roma ben diversa da quella che conosciamo oggi, ossia quella reduce dalla seconda guerra mondiale. "C'è ancora domani" è pertanto definito un film storico, così come drammatico. Con il passare dei minuti tutti i presenti sono stati catturati e incuriositi dal personaggio di Delia, madre di tre figli e sposata con il marito violento Ivano. La protagonista vive una vita che al giorno d'oggi apparirebbe impensabile e lontana a molte donne al mondo, ma ahimè non tutte. “C'è ancora domani” sin dalla sua uscita non manca di ricevere riconoscimenti. Pur essendo il suo debutto come regista, Paola Cortellesi, calata nei panni di Delia nel film, ha dato un taglio sublime alla storia affrontando dinamiche forti e importanti portando di conseguenza alla riflessione tutti gli spettatori che guardano il film. Allora la violenza diventa metaforicamente un ballo, iniziato dal marito, che lei si ritrova a ballare pur non volendo. Notevole rilevanza hanno poi due frasi scambiate tra madre e figlia “Te però sei in tempo” e “Pure te ma’”, che diventano l’emblema e messaggio del film. La prima è pronunciata da una madre che non vuole vedere sua figlia compiere i suoi stessi errori, mentre la seconda è la risposta della figlia adolescente, Marcella, che ricorda alla madre che anche lei può cambiare la sua situazione e rompere il cerchio di violenza. Non manca uno spaccato sulla vita di altre persone nella Roma del tempo che donano una visione a 360° della realtà. Un'ulteriore peculiarità è il finale che ha stupito gli studenti e le studentesse, esso infatti non è il classico lieto fine, ma coincide con un passo, uno solo ma grande verso l'emancipazione della donna. Il comportamento dei ragazzi e delle ragazze presenti, quasi ottocento, è stato davvero corretto, merito di un film che ha saputo creare un alto grado di coinvolgimento con lo spettatore.

“Da ragazza posso ammettere che questa pellicola mi ha toccato il cuore. – racconta Sofia, una studentessa di classe seconda - Sono contenta che la scuola promuova la visione di film così, che riescono a dare un senso a ciò che studiamo ogni giorno; credo che queste siano le iniziative che davvero portano a maturare noi giovani con consapevolezza e dignità, imparando a portare rispetto a noi, agli altri e a coloro che hanno lottato e hanno sofferto per rendere il loro mondo migliore”.

Sodisfatto anche il Dirigente Scolastico Amos Golinelli “il vero valore aggiunto di questa iniziativa è che sono stati i rappresentanti degli studenti in Consiglio di Istituto a proporla e a curarne la realizzazione, con il mio supporto e quello del personale della scuola. È un film davvero molto educativo, oltre allo spaccato storico, che passa attraverso la ricostruzione della vita delle persone nel secondo dopo guerra, offre un’importante insegnamento: come suggerito dalla colonna sonora dei passaggi più significativi: la partecipazione civile e l’impegno per il rispetto dei diritti civili è rock!”.

Sofia Boscaro, 2BSU; Lucia Sbrenna 5AL

c.m.

Pubblicato il 10-12-2023